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Da scansione a realizzazione. L’integrazione degli scanner intraorali con le stampanti 3D dentale

Da scansione a realizzazione. L'integrazione degli scanner intraorali con le stampanti 3D dentale

Come la sinergia tra gli scanner intraorali e le stampanti 3D nel campo odontoiatrico e dentale permette la realizzazione di protesi dentarie personalizzate

La transizione digitale in campo odontoiatrico ha investito il settore con una vera rivoluzione: lo scanner intraorale. In sostituzione dell’impronta dentale classica, questo strumento restituisce, in breve tempo e senza il minimo fastidio per il paziente, un’immagine dettagliata e tridimensionale delle sue arcate dentarie.

L’impronta dentale digitale prende il posto di quella tradizionale ottenuta dal negativo del calco dei denti, una procedura particolarmente fastidiosa per i pazienti e troppo suscettibile a variabili che ne condizionano l’esito positivo.

La scansione intraorale rappresenta un ottimo punto di partenza per iniziare a registrare la storia clinica del paziente, ed i trattamenti e i servizi che si possono offrire si moltiplicano.
Dal momento che l’impronta tradizionale serve principalmente per la successiva realizzazione di protesi dentarie di qualunque tipo, va detto che con il modello 3D del cavo orale del paziente si può ottenere un risultato protesico migliore grazie alle stampanti 3D odontoiatriche, che permettono di realizzare protesi di vario tipo, faccette dentali o qualunque altra soluzione protesica.

Studiamo più da vicino la tecnologia impiegata e vediamo cosa possono farele Stampanti 3D per migliorare i flussi di lavoro tra studio e laboratorio odontotecnico.

Le tecnologie di stampa in uso nelle stampanti 3D dentali

Le stampanti 3D lavorano generalmente a base di resina che, dopo una particolare esposizione a una fonte di luce, si solidifica fino a formare l’oggetto che le era stato richiesto.

Le apparecchiature più frequentemente in uso presso gli studi e nei laboratori si basano su tre tecnologie di stampa a resina, ciascuna delle quali adotta una tecnica paerticolare per emettere ed elaborare la luce.
Le maggiori tecnologie impiegate dalle stampanti 3D odontoiatriche sono:

  • stereolitografia tradizionale (SLA),
  • elaborazione digitale della luce (DLP),
  • stereolitografia mascherata (mSLA).

La tecnologia della stereolitografia tradizionale (SLA)

Senza entrare troppo nei dettagli della spiegazione, basti dire che con la tecnica della stampa 3D a strereolitografia tradizionale, un laser solidifica la resina liquida contenuta in una vasca in specifiche aree esposte in maniera selettiva.
Con questo tipo di tecnologia effettua una stampa strato per strato dalla quale si ottiene il risultato finale richiesto.

L’elaborazione digitale della luce (DLP)

Con l’elaborazione digitale della luce, la stampante 3D solidifica la resina attraverso un proiettore digitale e un dispositivo che elabora la luce emessa dal proiettore detto micromirror.
Con questa tecnologia lo strato viene polimerizzato simultaneamente e in questo modo si stampa quanto progettato.

La stereolitografia mascherata (mSLA)

L’odontoiatria Chairside è resa possibile dal sistema CEREC proprio perché permette di arrivare alla realizzazione della soluzione protesica richiesta in tempi brevissimi, che consentono di poter concentrare l’intero trattamento in una sola seduta.

La stampa tridimensionale avviene con strumenti perfettamente integrati nel flusso di lavoro che consentono di ottenere risultati altamente precisi e dettagliati. I tempi di fresaggio e molaggio sono brevi e i materiali da utilizzare sono diversi, in modo da poter soddisfare tutte le necessità del caso.

Cosa può realizzare una stampante 3D per l’odontoiatria

Con la stampa tridimensionale un laboratorio odontotecnico può realizzare diverse soluzioni elaborate con i sistemi CAD/CAM sulla base delle immagini delle arcate dentarie ottenute dagli scanner intraorali.

In questo modo la produzione di scheletrati (cioè protesi amovibili per sostituire i denti mancanti), corone, ponti, mascherine, modelli di intera arcata e altri dispositivi possono essere stampati in tempi contenuti e con dettagli molto precisi.
Analogamente si possono realizzare protesi parziali o totali, non importa il tipo di necessità: a partire da un modello digitale la tecnologia disegna e progetta le soluzioni che la stampante traduce in oggetti solidi.
Le richieste inoltre possono essere personalizzate, in modo che gli elementi dentali siano il più possibile simili ai denti naturali per dimensioni, forma e colore.

Le stampe ottenute con queste tecniche sono estremamente dettagliate e precise anche perché il punto di partenza è un’impronta dentale digitale ottenuta con uno scanner intraorale. Le telecamere ad alta definizione contenute in questi strumenti registrano con accuratezza le immagini dell’intera arcata solo grazie ad un passaggio dello scanner sui denti.

La facilità con cui vengono eseguite queste scansioni costruisce poi i modelli 3D del cavo orale necessari all’elaborazione computerizzata delle soluzioni protesiche che si andranno a stampare. Sia che si tratti di una protesi combinata, composta da una protesi mobile e una protesi fissa su impianti, per esempio, il laboratorio odontotecnico è in grado di produrre qualunque soluzione con grande precisione e in breve tempo grazie alle apparecchiature di stampa tridimensionale introdotte nel settore.

Come scegliere e valutare le stampanti 3D dentali

Anche nel mondo delle stampanti 3D odontoiatriche c’è grande varietà: modelli e componenti diverse che, a seconda delle necessità, completano la transizione digitale di una clinica o di un laboratorio.

Ma come orientarsi nella scelta, quali sono i criteri più improntati da tenere in considerazione nella valutazione di uno strumento o di un altro?

Tempi di lavoro e produzione

Più che un dettaglio, la velocità con cui una stampante completa una richiesta, è una questione determinante per l’organizzazione e la gestione dei flussi di lavoro. Alla velocità vanno aggiunte la manodopera e il tempo necessario all’elaborazione di un singolo pezzo una volta ultimata la stampa: i tempi di lavoro infatti possono variare molto.

In questo caso occorre valutare bene la tecnologia di stampa, perché in qualche caso all’aumento della velocità di produzione può corrispondere una perdita nell’accuratezza della resa dei particolari.

L’importanza dei dettagli

La qualità del risultato dei una stampa 3D si misura nei dettagli e nella precisione con la quale lo strumento è stato in grado di realizzarli.
Per ottenere un ottimo risultato vanno tenuti in considerazione tutti i fattori coinvolti, dalla qualità della stampante, alla tecnologia di stampa 3D, fino anche alle specifiche del software, ai materiali e alla sinergia di tutti i sistemi coinvolti.

Flotte di stampanti o un macchinario unico?

Un’altra scelta importante riguarda la tipologia di soluzione più adatta ad ogni laboratorio: la preferenza può ricadere su un unico macchinario, normalmente di grande formato, o più elementi che si possono unire in flotte di stampanti.

Le valutazioni in questo caso riguardano la spesa iniziale e i costi da sostenere, da tenere presenti assieme alle necessità, per prevedere il ritorno dell’investimento.

Il valore dell’automazione

La digitalizzazione offre una soluzione di grande valore nel momento in cui si valuta l’importanza del lavoro della stampante senza che sia prevista interazione con il personale: l’automazione.
Alcuni apparecchi, infatti, possono stampare ininterrottamente e senza bisogno di sorveglianza perché le parti ottenute possono essere rimosse automaticamente e così può partire la stampa successiva.

Si tratta di un’opzione interessante per il laboratorio odontotecnico che intenda fare largo uso di stampe di elementi dentali.

Stampanti 3D user friendly

Per semplificare davvero i flussi di lavoro, la tecnologia deve essere di facile utilizzo. Sicuramente come per tutta la strumentazione si renderà necessaria una formazione iniziale, ma un altro degli aspetti da tenere in considerazione riguarda appunto l’usabilità della stampante 3D nel suo complesso, intendendo quindi sia il software che l’interno sistema.

Gli scanner intraorali e il ruolo dell’impronta dentale digitale

Se la stampa tridimensionale è l’ultimo anello della catena, dobbiamo ricordare che questa strumentazione risulta inutile se non si dispone di uno scanner intraorale, che costituisce proprio il punto di partenza dell’intero processo, come ricordato in precedenza.

Nella realizzazione di un impianto dentale o di una protesi totale, come anche nel caso di protesi parziali o di piccoli dispositivi estetici come faccette dentali, il primo step è la realizzazione di un’impronta dentale digitale.

L’esperienza di Tesl diventa competenza nella scelta degli strumenti da implementare nelle attività quotidiane dello studio. Gli scanner intraorali sono apparecchiature necessarie per chi intende dotarsi anche di stampanti 3D odontoiatriche per realizzare protesi dentarie personalizzate in tempi rapidi e con maggior precisione.

Tesl è il partner degli studi, delle cliniche e dei laboratori che intendono adottare strumentazioni e apparecchiature digitali per rivoluzionare la propria attività.

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